Il 26 luglio 1875, in una piccola cittadina svizzera, nasce Carl Gustav Jung. Fondatore della "psicologia analitica", fu uno dei protagonisti della storia della psicologia.
Raffaello Cortina ha pubblicato nel 1983, agli esordi della casa editrice, L'uomo e i suoi simboli. Un testo bellissimo, ricco di immagini (oltre 500) e in cui per la prima volta Jung racconta alcuni concetti fondamentali della sua teoria a quanti non hanno una specifica preparazione psicologica.
"L’uomo usa la parola parlata o scritta per esprimere il significato di quello che vuole comunicare. Il suo linguaggio è pieno di simboli, ma egli stesso fa uso anche di segni o di immagini che non sono descrittivi in senso stretto. Ciò che noi chiamiamo simbolo è un termine, un nome, o anche una rappresentazione che può essere familiare nella vita di tutti i giorni e che tuttavia possiede connotati specifici oltre al suo significato ovvio o convenzionale.
Esso implica qualcosa di vago, di sconosciuto o di inaccessibile a noi. Perciò una parola o un’immagine è simbolica quando implica qualcosa che sta al di là del suo significato immediato. Essa possiede un aspetto più ampio, “inconscio”, che non è mai definito con precisione. Quando la mente esplora il simbolo, essa viene in contatto con idee che stanno al di là delle capacità razionali. Poiché ci sono innumerevoli cose che oltrepassano l’orizzonte della comprensione umana, noi ricorriamo costantemente all’uso di termini simbolici…
Questa è una delle ragioni per cui tutte le religioni impiegano un linguaggio simbolico o delle immagini. Tuttavia questo uso consapevole dei simboli è soltanto un aspetto di un fatto psicologico di grande importanza: anche l’uomo produce simboli inconsciamente e spontaneamente sotto forma di sogni."
Carl Gustav Jung - L'uomo e i suoi simboli
Auguri Carl G. Jung
L'uomo e i suoi simboli
Edizione illustrata
di Carl G. Jung
editore: Raffaello Cortina Editore
pagine: 320
Se non fosse stato per un sogno questo libro non sarebbe mai stato scritto: un sogno - di cui parla John Freeman nell'introduzione - che convinse il fondatore della scuola della "psicologia analitica" a presentare le sue idee fondamentali a quanti non avevano una specifica preparazione psicologica.
In un primo momento Jung aveva decisamente rifiutato l'idea di Freeman (che fu poi il coordinatore del lavoro) di scrivere un libro per il "lettore medio": "... mi disse di no. Me lo disse nel modo più cortese ma con grande fermezza: in passato egli non aveva mai cercato di popolarizzare la sua opera e non era sicuro che ciò potesse esser fatto allora in modo soddisfacente; in ogni caso si sentiva ormai vecchio, piuttosto stanco e incapace di tener fede a un impegno così gravoso"
Fu poi un sogno, come dicevamo, a convincere Jung, e i sogni hanno la massima importanza nella psicologia analitica. Il principale contributo di Jung alla conoscenza della psiche umana fu il concetto di inconscio come vero e proprio "mondo", altrettanto reale e vitale del mondo conscio e "riflessivo" dell'ego, ma infinitamente più esteso e ricco: solo conoscendo e accettando l'inconscio l'uomo può realizzarsi completamente.
Il linguaggio e i "personaggi" dell'inconscio sono i simboli, e i sogni i suoi mezzi di comunicazione. Ogni sogno è una comunicazione diretta, personale e significativa rivolta al soggetto sognante, che fa uso di simboli comuni a tutti gli uomini, ma trasmessi con una modalità assolutamente personale e dunque interpretabili solo in chiave individuale.
Jung non volle essere l'unico autore del libro: volle che esso costituisse lo sforzo collettivo di un gruppo di stretti collaboratori e discepoli ai quali egli aveva cercato di trasmettere i suoi metodi e il suo insegnamento: Marie-Louise von Franz, Joseph L. Henderson, Aniela Jaffé e Jolande Jacobi.
All'età di ottantatré anni Jung elaborò l'intero piano dell'opera e dedicò gli ultimi mesi della sua vita a scrivere il suo contributo e alla redazione delle parti scritte dai quattro collaboratori. Dopo la sua morte la dottoressa von Franz si assunse la responsabilità complessiva della conclusione del lavoro secondo le esplicite istruzioni date da Jung.
Più di 500 illustrazioni completano il testo e forniscono un eccezionale commento al pensiero di Jung
Pauli e Jung
Un confronto su materia e psiche
di Silvano Tagliagambe, Angelo Malinconico
editore: Raffaello Cortina Editore
pagine: 340
Questo libro racconta il sodalizio tra due personalità eccezionali e gli straordinari effetti che esso ebbe sulla cultura, aprendo prospettive di cui solo oggi cominciamo a comprendere le potenzialità.
A colazione da Jung
di Gian Piero Quaglino, Augusto Romano
editore: Raffaello Cortina Editore
pagine: 176
Obiettivo degli autori: invogliare il lettore a contrastare la banalità e il chiacchiericcio del nostro tempo.
A spasso con Jung
di Gian Piero Quaglino, Augusto Romano
editore: Raffaello Cortina Editore
pagine: 162
Gli autori hanno scelto quaranta “massime” tratte dall’opera junghiana, presentandole con brevi commenti che ne mettono in evidenza il carattere aforistico e paradossale.
Nel giardino di Jung
di Gian Piero Quaglino, Augusto Romano
editore: Raffaello Cortina Editore
pagine: 178
Dopo A spasso con Jung (2005) e A colazione da Jung (2006), sono qui raccolte nuove divagazioni intorno a fulminanti citazioni junghiane
Da Freud a Jung
Uno studio comparato della psicologia dell’inconscio
di Liliane Frey-Rohn
editore: Raffaello Cortina Editore
pagine: 374
Frutto di molti anni di lavoro, questo saggio espone l'evoluzione delle teorie sull'inconscio di Freud e Jung, mettendo in rilievo le concordanze e le divergenze esistenti tra i due ricercatori.
Lo junghismo
Sfiguramento e resti della vita psichica
di Paulo Barone
editore: Raffaello Cortina Editore
pagine: XVII-212
Non è forse vero che, allo stato attuale, mille nuove teorie e tecniche terapeutiche hanno scalzato il sapere psicoanalitico? Nel momento della sua massima diffusione, il concetto di “vita psichica” si ritrova in una condizione paradossale: quella di mancare di un nome e di una prospettiva comuni. La psicologia di Jung viene qui interrogata scommettendo proprio sulla sua capacità di metter a fuoco, di inquadrare un simile paradosso. C’è qualcosa nello junghismo in grado di mettere d’accordo le disparate concezioni psicologiche oggi esistenti e di fare così emergere almeno un margine della vita psichica ancora sensibile.
L’autore
Paulo Barone è membro dell’Associazione italiana di psicologia analitica e dell’International Association for Analytical Psychology. Ha pubblicato, tra l’altro, “Età della polvere”, “Giacometti”, “Heidegger”, “Kant”, “Hegel”, “Schopenhauer e lo spazio estetico della caducità” (Marsilio, 1999).