L'incontro si svolgerà a questo link Zoom.
Arte e agency
Edizione italiana a cura di Chiara Cappelletto
Postfazione di Carlo Severi
Che cos’è l’arte? Qual è la sua forza? Queste le domande che Alfred Gell solleva in Arte e agency, convinto che le statue di Michelangelo e i tatuaggi maori pongano i medesimi problemi e sollevino alcune delle più importanti questioni che l’antropologia deve discutere. L’origine del potere che gli oggetti artistici esercitano su di noi dipende dal modo in cui vengono realizzati: veniamo incantati dalla tecnica con cui uomini diversi da noi forgiano i materiali. Il marmo e la pelle incorporano i gesti che li hanno modificati, le intenzioni di coloro che li hanno trasformati, e agiscono come persone in carne e ossa. Sono agenti sociali.
Testo all’avanguardia all’epoca della sua stesura, torna a esserlo oggi tanto per comprendere processi artistici à la Damien Hirst e installazioni che mettono in scena corpi viventi, artefatti d’uso comune e dispositivi tecnologici, quanto per dialogare proficuamente con posizioni filosofiche come le teorie dell’embodiment e della mente estesa, i nuovi materialismi e l’estetica contemporanea.
L'autore
Alfred Antony Francis Gell (1945-1997), antropologo tra i più brillanti e originali della sua epoca, ha insegnato alla London School of Economics e ha condotto ricerche sul campo in Melanesia e in India. Lettore di Pierre Bourdieu, che considera suo maestro insieme a Edmund Husserl e Claude Lévi-Strauss, ritiene che l’arte sollevi alcuni dei più importanti problemi cui l’antropologia possa rivolgersi.