Scandalo per il senso comune ed enigma per la ragione, il Dio della rivelazione insieme si manifesta e si nasconde. Padre, Figlio e Spirito Santo: "Se si chiede che cosa sono questi Tre, bisogna riconoscere l'insufficienza dell'umano linguaggio. Si risponde "tre persone", ma più per non restare senza dir nulla che per esprimere quella realtà". La domanda che si poneva Agostino d'Ippona al tempo in cui i barbari minacciavano di travolgere il grande impero di Roma ritorna oggi, in piena età del disincanto.
Un teologo (Forte) invita tre filosofi "atei" (Cacciari, Giorello, Vitiello) a esercitare l'arte del chiedere: teatro del dialogo è "lo strano ambiente detto post-modernità", disegnato dal tramonto delle ideologie, dallo strapotere della tecnica e dal senso tragico del destino dell'Occidente. Il significato della nostra esistenza va dunque cercato "nel silenzio che tutto fascia al di là del chiasso della vita": Forte invita i suoi interlocutori e i suoi lettori a ripercorrere con lui "la infinita via che tiene una sustanza in tre persone" (Purgatorio, III, 35-36), non nel folle tentativo di spiegare quello che resta il mistero per eccellenza del Cristianesimo, ma nel colloquio attento a comunicare l'esperienza della "fedeltà al Signore". Per questo le sue tesi importano anche all'ateo, perché indicano "un'uscita dalla solitudine" in un mondo da cui Dio sembra essersi allontanato. E, come diceva già Agostino, "vedi la Trinità se vedi l'amore".
Trinità per atei
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titolo | Trinità per atei |
sottotitolo | Con interventi di Massimo Cacciari, Giulio Giorello, Vincenzo Vitiello |
Autore | Bruno Forte |
Argomento | Teologia e Religioni |
Collana | Scienza e idee, 25 |
Editore | Raffaello Cortina Editore |
Formato |
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Pagine | 234 |
Pubblicazione | 1996 |
ISBN | 9788870784077 |