Forse, l’unico “scandalo” della condizione umana è che questo mondo risulti conoscibile da quel piccolo abitatore che è l’uomo. Là dove non arriva il senso comune, che si lascia appagare dalle apparenze, comincia l’impresa scientifica che pretende di svelare le strutture soggiacenti al mondo dei fenomeni. Dove la speculazione della scienza ci lascia insoddisfatti, interviene la tecnica con le sue enormi capacità di manipolazione. Carlo Sini valuta questi tre momenti (senso comune, scienza e tecnica) che costituiscono l’avventura che chiamiamo conoscenza. Le tappe della conoscenza umana sono scandite dagli idoli che ci si è via via costruiti nel tentativo di comprendere il mondo. Ma, allora, quale ruolo spetta oggi al filosofo? Forse solo quello di insinuarsi sulla scena col passo furtivo del guastatore e il coraggio del ribelle. Questa sembra l’unica condizione a cui la conoscenza può ritornare a essere un’esperienza vitale capace di fare a pezzi gli idoli che essa stessa si è creata.
Biografia dell'autore
Carlo Sini
Carlo Sini, docente di Filosofia teoretica all’Università degli studi di Milano, Accademico dei Lincei e membro dell’Institut International de Philosophie, è autore di I segni dell’anima (Laterza, 1989), Semiotica e filosofia (il Mulino, 1991), Etica della scrittura (il Saggiatore, 1992), Filosofia teoretica (Jaca Book, 1994), Filosofia e scrittura (Laterza, 1994), Gli abiti, le pratiche e i saperi (Jaca Book, 1996).