Crono il distruttore siamo noi: buco dell'ozono, effetto serra, esaurimento delle risorse, inquinamento. Sono questi i frutti recenti di un errore che data da qualche secolo: "migliorare la conoscenza delle cose naturali e delle arti utili (cioè le tecniche)" ma "non pasticciare con teologia, metafisica, morale e politica" era il motto dei padri fondatori della scienza moderna. Ma se, come scrive Ilya Prigogine, queste sono le radici della divisione tra le "due culture" -scienze fisico-materiale da un lato, discipline umanistiche dall'altro-, l'esigenza di cambiare, sostiene Enzo Tiezzi, è avvertita da tutti. Non si tratta però di rifiutare in blocco la tradizione tecnico-scientifica dell'Occidente, ma di lavorare pazientemente al suo interno, sfruttando quei concetti nomadi che collegano i più svariati campi del sapere, dalla fisica alla biologia all'informatica.
Quello di tempo in particolare fornisce la chiave per riscoprire legge e storia, evoluzione e destino, differnza e unita del vivente. "Fermare il tempo" sembrerebbe impossibile; ma quel che occorre davvero è arrestare lo spirito di devastazione che rischia di rendere inabitabile il Pianeta. Allora, classiche polarità come ordine e caso, verità ed errore, tecnologia ed ecologia non appariranno più come opposizioni bensì come sfumature e il ritrovarsi "abitatori del tempo" non costituirà più una condanna ma un'ocasione.
Quello di tempo in particolare fornisce la chiave per riscoprire legge e storia, evoluzione e destino, differnza e unita del vivente. "Fermare il tempo" sembrerebbe impossibile; ma quel che occorre davvero è arrestare lo spirito di devastazione che rischia di rendere inabitabile il Pianeta. Allora, classiche polarità come ordine e caso, verità ed errore, tecnologia ed ecologia non appariranno più come opposizioni bensì come sfumature e il ritrovarsi "abitatori del tempo" non costituirà più una condanna ma un'ocasione.