Di fronte all’immane concretezza dell’esperienza, e a quella sua forma estrema che è il crimine, società e individui sono spesso tentati di volgere lo sguardo altrove e di eludere le proprie incertezze rifugiandosi in idee precostituite e rassicurazioni illusorie. La stessa giustizia penale, quando rifugge lo sforzo di comprendere il crimine e, incapace di modellarsi sulla proteiforme umanità che vi è implicata, ne confonde cause ed effetti, diviene altrettanto violenta e disumana dei fenomeni che pretende di controllare.
Il libro attinge al diritto penale e alla criminologia quanto può aiutare anche il non specialista a scrutare le mutevoli fattezze del crimine e, soprattutto, ad analizzare criticamente il modo con cui esso viene raffigurato dai media o affrontato dalle istituzioni. Grazie anche a un’innovativa veste grafica, che conferisce alla trattazione un taglio quasi ipertestuale, e ai numerosi esempi, spesso ispirati alla recente vicenda di tangentopoli, il lettore è continuamente invitato a costruire e rimodellare in proprio il filo del discorso, a diventare il vero protagonista del libro allo stesso modo in cui ognuno, in una società democratica, dovrebbe agire e non subire la discussione sulla questione criminale.
L'immane concretezza
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titolo | L'immane concretezza |
sottotitolo | Metamorfosi del crimine e controllo penale |
Autore | Gabrio Forti |
Argomento | Diritto |
Collana | Testi studi e ricerche di Scienze Giuridiche |
Editore | Raffaello Cortina Editore |
Formato |
Libro
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Pagine | 588 |
Pubblicazione | 01/2000 |
ISBN | 9788870786248 |