Fin dagli antichi Greci la filosofia si è confrontata con il linguaggio, costruendo sofisticate teorie su idee e cose, parole e oggetti, sensi e significati. Il nostro secolo ha infine assistito a quella "svolta linguistica" che accomuna pensatori tanto diversi quanto Heidegger e Wittgenstein intorno al tema del linguaggio come asse della riflessione e dell'espressione. Ian Hacking ripercorre qui alcune tappe essenziali di questo confronto, dal Seicento a oggi: dal "segno" di Thomas Hobbes all'"anarchismo" di Paul Feyerabend passando per Locke, Berkeley, Frege, Russell, Wittgenstein, Ayer, Chomsky e Davidson. Il libro rivela così il "labirinto filosofico che ha il linguaggio al proprio centro". Ma Hacking fornisce anche il filo d'Arianna per uscirne: non restare intrappolati nella "routine di una filosofia del linguaggio fine a se stessa", ma scoprire come e perché il linguaggio costituisce l'interfaccia tra noi stessi e il mondo.
Biografia dell'autore
Ian Hacking
Ian Hacking insegna Storia e filosofia della scienza all'Institute for History and Philosophy of Science and Technology di Toronto. In Italia ha pubblicato Rivoluzioni scientifiche (Bari 1985), Conoscere e sperimentare (Bari 1987), L'emergenza della probabilità (Milano 1987) e Il caso domato (Milano 1994).