A cura di Antonio Delogu
Jankélévitch conferma in questo Corso la fecondità di un pensiero che parla di morale senza cadere nel moralismo, scava nei concetti evitando il concettualismo e coniuga il dovere con l’amore, muovendo dall’importanza che l’intenzione e la volontà hanno nell’esperienza morale.
Né Husserl né Heidegger ma Pascal e Tolstoj sono i riferimenti dell’autore, filosofo laico ma attento alla lezione dei mistici, oltre che a quella dei classici (Platone, Aristotele, Agostino). Queste lezioni sono esemplarmente indicative della ricchezza spirituale che la filosofia può dare all’individuo, in un tempo in cui la ricchezza cui si guarda è di tutt’altro genere.
Biografia dell'autore
Vladimir Jankélévitch
Vladimir Jankélévitch (1903-1985), dopo avere insegnato nelle facoltà di Lettere di Tolosa e Lille, è stato professore di Filosofia morale alla Sorbona di Parigi. Intensa è stata la sua produzione in campo filosofico e musicologico. Nelle nostre edizioni ha pubblicato La menzogna e il malinteso (2000), Pensare la morte (2000) e Corso di filosofia morale 1962-1963 (2007).
