"La parola sincerità può essere splendida e terribile al tempo stesso... Può essere una parola positiva che sostiene il nostro essere al mondo nella maniera più onesta possibile ma può essere anche molto negativa nel momento in cui viene usata in una dichiarazione come "Ti dirò tutto senza nasconderti nulla". Questa frase non ha nessuna intenzione amichevole ma ha intenzione di ferire e colpire"
Andrea Tagliapietra
LA BELLA INTERVISTA DI FAHRENHEIT
Il libro
Alla sincerità come franchezza e veridicità la riflessione morale, da Aristotele a Sant’Agostino, da Montaigne a Rousseau e Kant, fino ai contemporanei, ha dedicato pagine fra le più notevoli del canone filosofico. Eppure, la sincerità non nomina il nostro rapporto con la verità se non attraverso la relazione che intratteniamo con gli altri e soprattutto con noi stessi. Nel mondo della vita la sincerità appare modulata in formule e frasi fatte, adattata alla diversità delle situazioni, dei toni e dei gesti. La sincerità è pretesa dagli amanti, giurata nei tribunali, temuta dai traditori, fuggita dai bugiardi e dagli ipocriti, ma anche evocata sia per ingannare meglio sia per testimoniare, se necessario contro tutto e tutti, la dignità del vero e di chi eroicamente gli si affida. Così la sincerità spalanca innanzi ai nostri occhi l’immenso teatro sociale dei ruoli e delle interazioni come spazio simbolico in cui gli individui sono impegnati a costruirsi, cercando la misura della propria autenticità.
Andrea Tagliapietra insegna Storia delle idee, Storia della filosofia moderna e contemporanea ed Ermeneutica filosofica presso la facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Tra le sue pubblicazioni più recenti Il dono del filosofo. Sul gesto originario della filosofia (Torino 2009) e Icone della fine. Immagini apocalittiche, filmografie, miti (Bologna 2010).



