Migliaia di anni fa, la cultura indoeuropea si è divisa in due modi di pensare, che si sono sviluppati uno a Occidente e l’altro a Oriente. Delineandone le differenze, Christopher Bollas illustra in questo volume come queste due mentalità stiano ora nuovamente convergendo, in particolare nella pratica psicoanalitica.
Mettendo a confronto psicoanalisti occidentali e filosofi orientali, l’autore collega la pratica psicoanalitica di Donald Winnicott e Masud Khan alla tradizione poetica orientale, improntata al taoismo, mostrando come entrambe privilegino la capacità di stare da soli e forme di comunicazione non verbale. Inoltre, illustra come il pensiero di Jung, Bion e Rosenfeld sia assimilabile all’etica di Confucio, che considera la dimensione collettiva della mente individuale.
Christopher Bollas, membro della British Psychoanalytical Society, è figura di spicco tra i teorici della psicoanalisi contemporanea. Nelle nostre edizioni ha pubblicato, fra gli altri, Isteria (2001), La mente orientale (2013), Se il sole esplode (2016), L'ombra dell'oggetto (Nuova edizione 2018), L'età dello smarrimento (2018), Essere un carattere (2020), Forze del destino (2021) e Tre caratteri (2022).