Dalla prefazione di Salvatore Freni
"Anche se oggi si tende a superare la classica dicotomia tra capire-comprendere (tipico delle scienze umanistiche) e capire-spiegare (tipico delle scienze naturali), ho suggerito di tradurre il titolo di questo libro con 'Capire il transfer' piuttosto che con 'Comprendere il transfer' per sottolineare, da subito, la caratteristica essenziale del volume: la proposta di capire il transfer, così com'è descritto nell'opera di Freud, trasponendo questo concetto teorico-clinico dal piano del sapere euristico a quello della giustificazione e validazione, vale a dire al piano del sapere empirico-descrittivo, fondato su criteri di misurabilità, attendibilità, replicabilità, vantaggio conoscitivo e terapeutico.
In tal senso, l'approccio empirico rappresenta un'entusiasmante sfida intellettuale che vuole lo psicoterapeuta interprete partecipe, intuitivo, empatico durante la seduta, e osservatore empirico quando espone i principi diagnostici e i risultati terapeutici del proprio lavoro, dimostrando il nesso inferenzialmente ragionevole tra ciò che fa e ciò che dice di fare."
"Anche se oggi si tende a superare la classica dicotomia tra capire-comprendere (tipico delle scienze umanistiche) e capire-spiegare (tipico delle scienze naturali), ho suggerito di tradurre il titolo di questo libro con 'Capire il transfer' piuttosto che con 'Comprendere il transfer' per sottolineare, da subito, la caratteristica essenziale del volume: la proposta di capire il transfer, così com'è descritto nell'opera di Freud, trasponendo questo concetto teorico-clinico dal piano del sapere euristico a quello della giustificazione e validazione, vale a dire al piano del sapere empirico-descrittivo, fondato su criteri di misurabilità, attendibilità, replicabilità, vantaggio conoscitivo e terapeutico.
In tal senso, l'approccio empirico rappresenta un'entusiasmante sfida intellettuale che vuole lo psicoterapeuta interprete partecipe, intuitivo, empatico durante la seduta, e osservatore empirico quando espone i principi diagnostici e i risultati terapeutici del proprio lavoro, dimostrando il nesso inferenzialmente ragionevole tra ciò che fa e ciò che dice di fare."
