Errare humanum est, perseverare autem insanum. L’aforisma coglie un problema di molti disturbi mentali: il cosiddetto paradosso nevrotico. Vale a dire la persistenza di linee di condotta e modi di pensare disfunzionali che per il paziente sarebbe possibile modificare e che, a volte, lui stesso vorrebbe cambiare. Perché, per esempio, un paziente con un disturbo evitante di personalità continua a pensare che sarà umiliato ed escluso, nonostante ciò implichi per lui sofferenze e privazioni e anche se le informazioni di cui dispone consentirebbero un cambiamento?
La risposta si fonda sul principio che i processi cognitivi sono orientati in modo da ridurre il rischio degli errori soggettivamente più difficili da accettare. Il paziente evitante considera l’essere escluso non solo doloroso ma inaccettabile, qualcosa che “non deve accadere”. Di conseguenza tende a elaborare le informazioni in modo da confermare le sue aspettative negative, evitando così di commettere l’errore di sottovalutare ciò che teme. La soluzione del paradosso e quindi il cambiamento passano attraverso l’accettazione della minaccia e dei rischi a essa connessi.
Biografia degli autori
Francesco Mancini
Francesco Mancini, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, dirige la Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) di Roma e l’Associazione di Psicologia Cognitiva (APC) ed è professore associato di Psicologia clinica presso l’Università Guglielmo Marconi di Roma. È autore di numerose pubblicazioni in riviste internazionali e per le nostre edizioni ha curato Teoria e clinica del perdono (con B. Barcaccia, 2013), Il disturbo da accumulo (con C. Perdighe, 2015), La mente ossessiva (2016), e ha pubblicato I paradossi della psicopatologia (con A. Gangemi, 2024).Amelia Gangemi
Amelia Gangemi è professoressa ordinaria di Psicologia generale presso l’Università degli Studi di Messina e docente nelle scuole di specializzazione in psicoterapia cognitiva SPC, APC e IGB. Nelle nostre edizioni ha pubblicato I paradossi della psicopatologia (con F. Mancini, 2024).