Non è forse vero che, allo stato attuale, mille nuove teorie e tecniche terapeutiche hanno scalzato il sapere psicoanalitico? Nel momento della sua massima diffusione, il concetto di “vita psichica” si ritrova in una condizione paradossale: quella di mancare di un nome e di una prospettiva comuni. La psicologia di Jung viene qui interrogata scommettendo proprio sulla sua capacità di metter a fuoco, di inquadrare un simile paradosso. C’è qualcosa nello junghismo in grado di mettere d’accordo le disparate concezioni psicologiche oggi esistenti e di fare così emergere almeno un margine della vita psichica ancora sensibile.
L’autore
Paulo Barone è membro dell’Associazione italiana di psicologia analitica e dell’International Association for Analytical Psychology. Ha pubblicato, tra l’altro, “Età della polvere”, “Giacometti”, “Heidegger”, “Kant”, “Hegel”, “Schopenhauer e lo spazio estetico della caducità” (Marsilio, 1999).