Canti urbani

Canti urbani
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Tra la fine del Novecento e l’inizio del Duemila si è assistito al declino e alla chiusura delle grandi fabbriche manifatturiere di Mumbai, un processo stratificato, espressione di una moltitudine di concause, che ha investito anche altre storiche capitali industriali indiane come Ahmedabad, Kolkata e Kanpur, e che si è soliti ricondurre al più generale concetto di “deindustrializzazione”. Il punto di vista da cui tale processo è preso in esame considera i suoi effetti sulla città di Mumbai, in una triplice accezione. In primo luogo, l’estromissione dai processi produttivi industriali di una considerevole massa di lavoratori, con la prospettiva di una ricollocazione complicata e all’insegna della precarietà. In secondo luogo, la trasformazione degli spazi del lavoro e dell’abitare, ovvero le grandi aree industriali dismesse e il loro attuale sviluppo. In terzo luogo, infine, i canti dei bardi, lok shahir, che hanno raccontato le forme del dissenso, della resistenza delle persone coinvolte ed espulse da questi processi. Quest’ultimo aspetto è il filo conduttore per delineare la relazione tra lavoro, spazio e partecipazione alla vita urbana in una città globale contemporanea.
 

Biografia dell'autore

Sara Roncaglia

Sara Roncaglia insegna Antropologia culturale presso l’Università degli Studi di Milano. Ha svolto ricerche nell’ambito dell’antropologia indianista, dell’antropologia del lavoro e dell’antropologia dell’alimentazione. Dal 2007 studia le dinamiche culturali di Mumbai, con un’attenzione particolare per le trasformazioni urbane, i cambiamenti di abitudini alimentari e le forme di marginalizzazione dei lavoratori espulsi dai processi industriali. Ha pubblicato saggi e articoli su diverse riviste scientifiche e il volume Nutrire la città. I dabbawala di Mumbai nella diversità delle culture alimentari urbane (Bruno Mondadori, 2010).