In questo libro di Paul Ricoeur (1913-2005) il pensiero filosofico si interroga, per la prima volta in maniera articolata e diretta, sul “riconoscimento”, una parola che appartiene al suo lessico ma mai prima oggetto di una specifica riflessione. L’autore, uno dei più importanti filosofi del nostro tempo, ripercorre i principali testi dell’Occidente – da Omero ai nostri giorni passando per Aristotele, Descartes, Hobbes, Kant, Hegel – alla luce delle svariate accezioni del riconoscimento, nel loro scandirsi attraverso la storia delle idee filosofiche. La posta in gioco consiste nello scoprire le varie modulazioni dell’agire che il riconoscimento – dimensione attiva e insieme passiva – dischiude, soprattutto sul piano etico e politico. La logica del “conoscere” deve qui cedere il passo a una dialettica del “riconoscere”, dalla quale affiorano, nella loro concretezza, le molteplici condizioni dell’esistenza, prime fra tutte la radicale finitezza e il rapporto con l’alterità, nonché le loro implicazioni nel contesto della contemporaneità.
Il riformista
pubblicato il: 24-06-2021
La sinistra e i pesci da frittura: vi spiego cosa diceva Ricoeur.