Nel corso del Novecento l’antropologia e la sociologia visuali hanno definito un modo di fare ricerca basato sulle immagini (fotografie, film, video) come testimonianze di osservazioni empiriche. Dobbiamo chiederci perché non si sia sviluppata allo stesso modo la pedagogia visuale, assumendo la rilevanza del “fatto educativo” come specifico oggetto di rappresentazione.
In campo pedagogico, la dimensione visiva è rimasta finora legata ai dispositivi didattici, con una funzione sussidiaria ai processi di insegnamento. I fatti educativi rimangono normalmente chiusi nei loro luoghi, come secretati agli sguardi esterni.
Attraverso un ricco percorso per immagini, questo volume disvela “l’immaginario pedagogico” della scuola e ne affronta luci e ombre passando dall’arte alla fotografia e alla televisione, dal cinema al fumetto, dai giocattoli iconici fino alle inquietanti situazioni registrate
all’insaputa dei protagonisti e divenute tristi fatti di cronaca. La pedagogia visuale intende indagare gli eventi educativi attraverso i repertori che li rappresentano: un campo di studio e di ricerca ricco di suggestioni.
Con 50 immagini a colori e 30 in b/n
In campo pedagogico, la dimensione visiva è rimasta finora legata ai dispositivi didattici, con una funzione sussidiaria ai processi di insegnamento. I fatti educativi rimangono normalmente chiusi nei loro luoghi, come secretati agli sguardi esterni.
Attraverso un ricco percorso per immagini, questo volume disvela “l’immaginario pedagogico” della scuola e ne affronta luci e ombre passando dall’arte alla fotografia e alla televisione, dal cinema al fumetto, dai giocattoli iconici fino alle inquietanti situazioni registrate
all’insaputa dei protagonisti e divenute tristi fatti di cronaca. La pedagogia visuale intende indagare gli eventi educativi attraverso i repertori che li rappresentano: un campo di studio e di ricerca ricco di suggestioni.
Con 50 immagini a colori e 30 in b/n