Possiamo davvero fare a meno del fragile equilibrio di convenzioni che rende più semplice la vita con gli altri? Menzogna e malinteso non costituiscono la trama sottile dell'agire comune? E non è forse per questo che la verità ''protesta'' nelle parole maldestre del gaffeur o nelle battute sprezzanti dell'enfant terrible? Scritte di getto, queste pagine offrono la più lucida testimonianza di quella ''fenomenologia del quotidiano'' che attraversa l'intera opera di Jankélévitch. Dando dignità filosofica alla gaffe, al pudore e allo humour, l'autore ci invita a avere il coraggio della parola ''inopportuna'' che interrompe il gioco di maschere in cui siamo immersi. Gesto etico per eccellenza, essa appare l'unica in grado di farci ritrovare l'innocenza perduta e riconquistare un autentico rapporto con l'altro.
Biografia dell'autore
Vladimir Jankélévitch
Vladimir Jankélévitch (1903-1985), dopo avere insegnato nelle facoltà di Lettere di Tolosa e Lille, è stato professore di Filosofia morale alla Sorbona di Parigi. Intensa è stata la sua produzione in campo filosofico e musicologico. Nelle nostre edizioni ha pubblicato La menzogna e il malinteso (2000), Pensare la morte (2000) e Corso di filosofia morale 1962-1963 (2007).
