Wall Street e la Silicon Valley – i due mondi paralleli al centro di questo studio – propagano l’illusione che nell’era di un “flusso” ininterrotto la scarsità possa venire eliminata. Appadurai e Alexander rispondono con una teoria del fallimento abituale e strategico, prendendo in esame temi come il debito, la crisi, i divari digitali e la (dis)connettività.
Muovendosi tra l’obsolescenza programmata e la precarietà deliberata delle tecnologie digitali da un lato e, dall’altro, la logica di una Grande Recessione nella quale alcuni erano “troppo grandi per fallire”, obiettano che il senso di fallimento è una dimensione reale e produce sofferenze concrete. Eppure, il fallimento non è una qualità autoevidente di progetti, istituzioni, tecnologie o vite, per cui è urgente procedere a un riesame innovativo delle condizioni che ci inducono a dimenticare una successione ininterrotta di crolli e avarie. Interrogando quei momenti di oblio, il libro propone un’originale teoria pluristratificata del fallimento, accompagnata da una teoria generale della mancata presa di coscienza, della memoria e dei nuovi sistemi di controllo in gestazione
Muovendosi tra l’obsolescenza programmata e la precarietà deliberata delle tecnologie digitali da un lato e, dall’altro, la logica di una Grande Recessione nella quale alcuni erano “troppo grandi per fallire”, obiettano che il senso di fallimento è una dimensione reale e produce sofferenze concrete. Eppure, il fallimento non è una qualità autoevidente di progetti, istituzioni, tecnologie o vite, per cui è urgente procedere a un riesame innovativo delle condizioni che ci inducono a dimenticare una successione ininterrotta di crolli e avarie. Interrogando quei momenti di oblio, il libro propone un’originale teoria pluristratificata del fallimento, accompagnata da una teoria generale della mancata presa di coscienza, della memoria e dei nuovi sistemi di controllo in gestazione
Biografia degli autori
Arjun Appadurai
Arjun Appadurai è professore di Media, Culture and Communication alla New York University. È inoltre membro dell’Accademia americana delle arti e delle scienze e dell’Institute for Public Knowledge di New York. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Modernità in polvere (2012), Il futuro come fatto culturale (2014), Scommettere sulle parole (2016) e Fallimento (con N. Alexander, 2020).Neta Alexander
Neta Alexander insegna Film and Media alla Colgate University di New York. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Fallimento (con A. Appadurai, 2020).Rassegna stampa per Fallimento
Alias - Il Manifesto
pubblicato il: 03-01-2021
Tutte le promesse infrante.
Doppiozero
pubblicato il: 05-11-2020
Fallimento. Liberare il futuro.
La Rivista Culturale
pubblicato il: 01-11-2020
Il fallimento di routine, secondo Appaduraj.
Memos - Radio Popolare
pubblicato il: 29-10-2020
L’ospite di oggi è un grande studioso della contemporaneità, uno dei principali rappresentanti dell’antropologia culturale. E’ il professor Arjun Appadurai che insegna “Comunicazione e cultura dei Media” alla New York University. Appadurai è uno dei maggiori studiosi della globalizzazione. L’antropologo statunitense di origine di indiana vive a Berlino, dove Memos lo ha raggiunto. Un paio di settimane fa è uscito l’ultimo libro di Appadurai tradotto in italiano. Si intitola “Fallimento” ed è stato scritto insieme a Neta Alexander, studiosa di “Media e arte cinematografica”. Il libro è pubblicato da Raffaello Cortina Editore. Nell’intervista a Memos il professor Appadurai parla di globalizzazione e Covid-19, di stato e responsabilità, di promesse e fallimenti.
La lettura
pubblicato il: 13-09-2020
I buoi sono scappati. La globalizzazione va avanti.
News che parlano di: Fallimento
Arjun Appadurai ospite virtuale della Fondazione Feltrinelli.