Nel terzo volume del suo Metodo, Edgar Morin enuclea le domande fondamentali che dobbiamo porci se vogliamo conoscere le fonti dei nostri errori e delle nostre illusioni. Che cos’è un cervello capace di produrre una mente in grado di concepirlo? E che cos’è una mente capace di concepire un cervello che la produce? Possiamo parlare di autonomia della conoscenza quando sappiamo che questa è inscindibile dal cervello, dalla mente, dal linguaggio, dalla cultura? Che cos’è una conoscenza che è inevitabilmente costruzione, traduzione, interpretazione e che tuttavia aspira a riflettere la natura delle cose?
La ricerca di Morin sulle possibili risposte a questi “paradossi della conoscenza” mette in chiaro come la scoperta delle limitazioni e delle condizioni inerenti a ogni forma di conoscenza costituisca la grande forza, e non la grande debolezza, della conoscenza e dell’umanità contemporanee.
Solo così le scienze possono riannodare un dialogo fecondo con la filosofia, del quale questo libro mostra già alcuni risultati sorprendenti: una nuova valutazione dell’eterno dialogo/contrasto fra pensiero logico e pensiero mitico, fra ragione e intuizione, e una nuova esplorazione del concetto più sfuggente della conoscenza: il concetto di realtà.
Edgar Morin oggi compie 102 anni.
I cento anni di Edgar Morin.