Gli esseri umani preferiscono le tenebre alla luce? La schiavitù alla libertà? La vita morta alla vita viva? Dopo L’uomo senza inconscio, Massimo Recalcati ritorna con questo libro a interrogare la clinica psicoanalitica nel suo rapporto con le trasformazioni cruciali della società contemporanea e della psicologia delle masse. Al centro non è più la dimensione perversa di un godimento neo-libertino che rifiuta la Legge, ma il ritiro sociale del soggetto, la sua introversione melanconica. Il muro emerge come il simbolo inquietante del nostro tempo; è il muro della chiusura della vita nei confronti della vita; è la tendenza neo-melanconica al rifiuto della trascendenza dell’esistenza; è la pulsione securitaria che vorrebbe trasformare il confine da luogo vitale di scambio a bastione, filo spinato, porto chiuso. La sagoma perturbante della pulsione di morte, che la psicoanalisi dopo Freud avrebbe voluto ripudiare, ritorna prepotente sulla scena della vita individuale e collettiva.
Biografia dell'autore
Massimo Recalcati
Massimo Recalcati, tra i più noti psicoanalisti in Italia, ha insegnato alle Università di Pavia e Verona. Dal 2007 è direttore scientifico della Scuola di specializzazione in psicoterapia IRPA (Istituto di Ricerca di Psicoanalisi Applicata). Nelle nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, L’uomo senza inconscio (2010), i due volumi su Jacques Lacan (2012-2016), Cosa resta del padre? (2017), Contro il sacrificio (2017), Alimentare il desiderio (con M.A. Rugo, 2019), Le nuove melanconie (2019) e Esiste il rapporto sessuale? (2021).