Tutti i luoghi dell’interrogazione di Jabès – il deserto, l’assenza di Dio, il silenzio, il rapporto fra ebraismo e scrittura, l’ascolto, lo straniero, il nomade, il dolore del mondo – tornano in questa che è la sua opera estrema, e postuma. Mentre accoglie l’eco dei testi che lo hanno preceduto, Il libro dell’ospitalità dà compimento alla meravigliosa peripezia di uno scrittore che – nel fuoco di una meditazione intensissima e nella trasparenza della poesia – ha interrogato la sofferenza, l’esilio, il linguaggio, il limite. Presentando l’edizione francese, Jabès così scrive: “Mi sono accorto, un giorno, che, nella sua vulnerabilità, lo straniero poteva contare soltanto sull’ospitalità che altri poteva offrirgli. Proprio come le parole beneficiano dell’ospitalità loro offerta dalla pagina bianca e l’uccello di quella che, senza condizioni, gli offre il cielo. Ed è l’oggetto di questo libro. Ma che cos’è l’ospitalità?”.
Con una nota di Antonio Prete
Biografia dell'autore
Edmond Jabès (1912-1991), scrittore e poeta, è stato uno fra gli esponenti più rappresentativi della cultura ebraica nella Francia del Novecento. Nato al Cairo, visse in Egitto fino al 1957, quando, espulso perché di famiglia ebrea, si stabilì a Parigi. L’esperienza dell’esilio è alla base della sua ricerca sul rapporto fra ebraismo e scrittura. Nelle nostre edizioni è stato pubblicato anche Il libro della condivisione (1992).
Rassegna stampa per Il libro dell’ospitalità
Avvenire
pubblicato il: 10-12-2017
Recensione di Enzo Bianchi
pubblicato il: 23-01-2017