Perché i film ci appaiono così reali mentre sono così scopertamente artificiali? Perché, pur restando fermi nelle nostre poltrone, abbiamo la sensazione di muoverci e orientarci nello spazio virtuale dello schermo? Un neuroscienziato e un teorico del cinema analizzano alcuni grandi capolavori (Notorious, Persona, Shining, Il silenzio degli innocenti) a partire dal tipo di coinvolgimento che questi film esercitano sul corpo degli spettatori e dalle forme di simulazione prodotte dai movimenti della macchina da presa e dal montaggio. Le analisi sono sostenute da esperimenti neuroscientifici e sono ispirate dalla scoperta dei neuroni specchio e dalla teoria della “simulazione incarnata”. L’obiettivo è comprendere i molteplici meccanismi di risonanza che costituiscono uno dei grandi segreti dell’arte cinematografica e riflettere sul potere delle immagini in movimento, che in forme sempre più nuove e pervasive fanno parte della nostra vita di tutti i giorni.
Biografia degli autori
Vittorio Gallese
Vittorio Gallese, uno dei più autorevoli neuroscienziati del nostro tempo, ha fatto parte del gruppo che nel 1992 ha individuato i “neuroni specchio”, la scoperta italiana più citata nella letteratura internazionale. Insegna Fisiologia all’Università di Parma e nel 2013 la Società psicoanalitica italiana gli ha assegnato il premio Musatti. Nelle nostre edizioni ha pubblicato La nascita della intersoggettività (con M. Ammaniti, 2014), Lo schermo empatico (con M. Guerra, 2015), Cosa significa essere umani (con U. Morelli, 2024), e Oltre la tecnofobia (con S. Moriggi e P.C. Rivoltella, 2025).Michele Guerra
Michele Guerra è professore di Teorie del cinema all’Università degli Studi di Parma. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Lo schermo empatico (con V. Gallese, 2015, vincitore del Premio Limina) e Il limite dello sguardo (2019).
